venerdì 9 dicembre 2011

Nuovo attacco israeliano a nord di Gaza City, il racconto dal posto

La scorsa notte tre raid israeliani hanno colpito il nord di Gaza city. 
Un missile ha colpito, distruggendola, un' abitazione di una famiglia palestinese nei pressi di Nasr Street, uccidendo un uomo di 33 anni e ferendo il resto della sua famiglia. Due dei suoi bambini, di 8 e 10 anni, sono ricoverati attualmente allo Shifa Hospital in gravi condizioni.

Stamattina siamo andati sul posto per assicurarci dello stato dei familiari e farci raccontare ciò che è avvenuto stanotte.
Entriamo nella casa in macerie. A terra, pezzi di soffitto, plastica colorata, qualche ciabatta, calcinacci.  Un letto è completamente ricoperto da frantumi. Il corpo di una bambola spunta, il grigio della polvere ricopre il candido rosa del suo piccolo vestito.
Il soffitto è quasi del tutto crollato. A terra, in una stanza adiacente, un computer spaccato in due parti ed una stufa capovolta che riparava dal freddo inverno palestinese. Cumuli di materassi sono stati ammassati da un lato.
Siamo accolti da due ragazzi che, nonostante le condizioni in cui versava l'abitazione, hanno preso delle sedie, le hanno pulite dalla polvere causata dal crollo dell'abitazione e ci hanno chiesto di sederci.
L'accoglienza rispettosa da parte delle famiglie palestinesi non viene mai meno, nemmeno se vi accolgono in una casa a pezzi...

I due giovani gazawi ci hanno raccontato quanto avvenuto questa notte.
A parlarci è Migdad El Zalaan, 20 anni, la sua casa è vicina a quella colpita dal crollo. Zoppica ed ogni tanto il suo volto esprime dolore, anche lui è stato colpito da un crollo sulla schiena e sulle gambe.
Ci racconta che il primo bombardamento è avvenuto verso le 2.00-2.30 del mattino: "Dopo che Israele ha gettato la prima bomba, ho preso la mia famiglia ed ho lasciato la nostra casa, poi è caduta la seconda bomba e sono andato a casa di mio zio per sapere se stavano bene. La moglie di mio zio mi ha chiamato da sotto le macerie. Lei stava tenendo il suo bambino, ho preso il bambino e poi Israele ha lanciato la terza bomba. Ho continuato a scavare, cercando mio zio, poi l'ho trovato, sepolto dalle macerie, ma ancora respirava. Mi ha detto ‘prenditi cura della mia famiglia, prenditi cura di mia moglie e dei miei bambini’ e poi è morto nelle mie braccia.” Bahjat El Zalaan aveva 33 anni.
Ha poi portato la sua famiglia allo Shifa hospital in Gaza city. Sono stati tutti rilasciati, tranne due bambini di 8 e 10 anni, ancora ricoverati in gravi condizioni.
Migdad El Zalaan racconta che l'abitazione era già stata colpita durante l'operazione militare Piombo Fuso, quasi tre anni fa.

Eppure, lì dove non c'è più un tetto ma c'è il cielo, i due ragazzi non perdono il sorriso.




    il tetto dell'abitazione venuto meno e la finestra rotta



   ciabatte tra le macerie



la stanza adiacente, frantumi



     la stanza princiale, a terra calcinacci ed il tetto crollato


una bambola tra le macerie

     Migdad El Zalaan, 20 anni

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