sabato 15 giugno 2013

Contadino palestinese ferito dal fuoco dell'esercito israeliano

Omar Abu Muhareb, 48 anni


Venerdì pomeriggio, 14 giugno 2013, Omar Abu Muhareb, un contadino palestinese di 48 anni, è rimasto ferito dal fuoco dell’esercito israeliano nell’area di Deir El Balah, al centro della Striscia di Gaza.
Omar stava irrigando la sua terra nel villaggio di Wadi As-Salqa, a 600 metri dalla barriera che separa Israele dalla Striscia di Gaza.
Omar ha riferito che jeeps israeliane si muovevano lungo il confine mentre stava lavorando. Improvvisamente, dopo circa 10 minuti dall'inizio del lavoro,  alle 19.30 circa, un proiettile l’ha colpito alla gamba destra. I soldati hanno sparato probabilmente da una jeep hummer.
Omar era da solo nella sua terra mentre altri contadini stavano lavorando nelle terre adiacenti.
“Non ho sentito sparare, i soldati hanno usato proiettili silenziosi. Improvvisamente mi sono ritrovato ferito. Ho corso per 50 metri, poi sono caduto ed ho gridato ai miei cugini che ero ferito”, ha riferito Omar. I suoi cugini l’hanno trasportato all’Aqsa Martyrs hospital.

La famiglia di Omar è composta da 14 membri: Omar, sua moglie, 8 figli maschi e 4 figlie femmine. Cinque dei suoi figli lavorano con lui nella terra di famiglia. Tutta la famiglia dipende dal prodotto di questa terra.
Due dei suoi figli, Nedal e Tareq, hanno riferito che Omar ha riportato una ferita di livello intermedio alla tibia destra.

Il dottor Saleman Al Attar, del dipartimento di Ortopedia dell’Aqsa Martyrs hospital, ha riferito che le condizioni generali di Omar sono buone. “La ferita da colpo di arma da fuoco genera sempre complicazioni. Il proiettile ha colpito la tibia destra e vi è la presenza di frammenti”, ha riferito il dottor Al Attar. Nella sala di emergenza, i dottori hanno eseguito una pulizia della ferita, una prima rimozione chirurgica del tessuto lacerato e devitalizzato e successivamente il bendaggio. Dopo 3 giorni o 72 ore, Omar sarà sottoposto ad una ulteriore rimozione dei tessuti devitalizzati.
I dottori non rimuoveranno il proiettile. “È pericoloso rimuovere il proiettile in quanto si trova nell’area neurovascolare, dove vi sono le arterie”, ha riferito il dottor Al Attar.
La ferita verrà chiusa. Al paziente verranno poi somministrati antibiotici ed analgesici per circa 4 settimane.
Il dottor Al Attar ha sottolineato l’effetto pesicologico nei pazienti consapevoli di conservare un proiettile all’interno del proprio corpo. “Il paziente avrà sempre l’impressione di avvertire dolore nella zona dove si trova il proiettile, anche se il dolore non è reale. Il problema è che non vi sono assistenti sociali che possano fornire supporto psicologico. Ogni palestinese soffre dalla nascita di problemi psicologici”, ha concluso il dottor Al Attar.

Durante l’ultima offensiva militare di novembre 2012, l’ospedale al Aqsa ha ricevuto moltissime vittime. “L’ospedale era pieno, cercavamo di salvare chi era in migliori condizioni mentre altri pazienti in gravi condizioni morivano”, ha concluso il dottor Al Attar.

Gli accordi per il cessate il fuoco del 21 novembre 2012 hanno stabilito che le forze militari israeliane devono "astenersi dal colpire i residenti nelle aree lungo il confine" e "cessare le ostilità nella Striscia di Gaza, via terra, via mare e via aria, compreso le incursioni e le uccisioni mirate."
Tuttavia attacchi militari israeliani via terra e via mare si sono susseguiti a partire dal giorno successivo al cessate il fuoco, ed aerei militari israeliani hanno sorvolato costantemente il cielo della Striscia di Gaza. Quattro civili sono stati uccisi dalla fine dell'offensiva militare "Pilastro di Difesa" e più di 90 sono i civili feriti.
Questi attacchi contro la popolazione civile di Gaza continuano ad avvenire nel silenzio internazionale.




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